ペトラルカ著作

 

 

邦訳書[編集]

 

原典イタリア・ルネサンス人文主義 / 池上俊一監修 名古屋大学出版会 2010.1


[目次]
解説 イタリア・ルネサンス人文主義
イタリア誹謗者論駁(フランチェスコ・ペトラルカ)
僭主論(コルッチョ・サルターティ)
ピエトロ・パオロ・イストリアーノに献じられた対話篇、ナンニ・デッリ・ストロッツィに捧げた追悼演説(レオナルド・ブルーニ)
パウルス(ピエル・パオロ・ヴェルジェーリオ)
貪欲論(ポッジョ・ブラッチョリーニ)
イタリア案内(抄)(フラーヴィオ・ビオンド)
フランチェスコ・ペトラルカの生涯、ジョヴァンニ・ボッカッチョの生涯(ジャンノッツォ・マネッティ)
文学研究の利益と損失(レオン・バッティスタ・アルベルティ)
快楽論(第一巻)(ロレンツォ・ヴァッラ)
覚え書(第一巻)(ピウス二世)
市民生活論(第二巻)(マッテオ・パルミエーリ)
アダムとエヴァの罪の同等性あるいは非同等性について(イゾッタ・ノガローラ)
カマルドリ論議(第一巻)(クリストーフォロ・ディ・バルトロメーオ・ランディーノ)
アエギディウス(ジョヴァンニ・ジョヴィアーノ・ポンターノ)
教授と学問の順序(バッティスタ・グアリーノ)
アンブラ謝肉祭の歌(ロレンツォ・デ・メディチ
ジュリアーノ・デ・メディチ殿の馬上槍試合に捧げるスタンツェ(アンジェロ・ポリツィアーノ
アルカディア(抄)(ヤーコポ・サンナザーロ)
アゾラーニ(第一巻)(ピエトロ・ベンボ)
ガラテーオ(ジョヴァンニ・デッラ・カーサ)
   

 

 

Francesco Petrarca - Wikipedia

Francesco Petrarca

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Opere latine in versi[modifica | modifica wikitesto]

L'Africa[modifica | modifica wikitesto]

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Africa (Petrarca).
 
AltichieroRitratto di Francesco Petrarca (in primo piano) e di Lombardo della Seta, particolare tratto dall'affresco rappresentante l'episodio di San Giorgio battezza re Servio di CireneOratorio di San Giorgio, 1376, Padova[141].

Scritto fra il 1339 e il 1342 e in seguito corretto e ritoccato, Africa è un poema epico che tratta della seconda guerra punica e in particolare delle gesta di Scipione. Rimasto incompiuto, è formato da nove libri, mentre avrebbe dovuto essere composto di 12 libri, secondo il modello dell'Eneide virgiliana[142].

Il Bucolicum carmen[modifica | modifica wikitesto]

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Bucolicum carmen.

Composto fra il 1346 e il 1358 e costituito da dodici egloghe, gli argomenti spaziano fra amore, politica e morale. Anche in questo caso, l'ascendenza virgiliana è evidente dal titolo, che richiama fortemente lo stile e gli argomenti delle Bucoliche. Attualmente, la lezione del Bucolicum petrarchesco è riportata dal codice Vaticano lat. 3358[143].

Le Epistolae metricae[modifica | modifica wikitesto]

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Epistolae metricae.

Scritte fra il 1333 e il 1361 e dedicate all'amico Barbato da Sulmona, sono 66 lettere in esametri, di cui alcune trattano d'amore, mentre per la maggior parte si occupano di politica, morale o di materie letterarie[144].

Opere latine in prosa[modifica | modifica wikitesto]

 
Petrarca, De viris illustribuscodice autografo custodito alla Bibliothèque Nationale de France di Parigi, classificato come MS Lat. 5784, fol. 4r.

Il De viris illustribus[modifica | modifica wikitesto]

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: De viris illustribus (Petrarca).

Il De viris illustribus è una raccolta di 36 biografie di uomini illustri in prosa latina, redatta a partire dal 1338 e dedicata a Francesco I da Carrara signore di Padova nel 1358. Nell'intenzione originale dell'autore l'opera doveva trattare la vita di personaggi della storia di Roma da Romolo a Tito, ma arrivò solo fino a Nerone. In seguito Petrarca aggiunse personaggi di tutti i tempi, cominciando da Adamo e arrivando a Ercole. L'opera rimase incompiuta e fu continuata dall'amico e discepolo padovano di Petrarca, Lombardo della Seta, fino alla vita di Traiano[145].

Rerum memorandarum libri[modifica | modifica wikitesto]

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Rerum memorandarum libri.

Rerum memorandarum libri (Libri delle gesta memorabili) sono una raccolta di esempi storici e aneddoti a scopo d'educazione morale in prosa latina, basati sui Factorum et dictorum memorabilium libri dello scrittore latino Valerio Massimo[146]. Iniziati verso il 1343 in Provenza, furono continuati fino al 1345, allorché Petrarca scoprì le orazioni ciceroniane a Verona, e ne fu indotto al progetto delle Familiares. Difatti, furono lasciati incompiuti dall'autore, che ne scrisse soltanto i primi 4 libri e alcuni frammenti del quinto libro[147].

Il Secretum[modifica | modifica wikitesto]

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Secretum.
 
Petrarca, Secretum, Grootseminaire (Bruges), tratto dal MS 113/78 fol. Ir., realizzato nel 1470 per Jan Crabble.

Il Secretum o De secreto conflictu curarum mearum è una delle opere più celebri di Petrarca e fu composta tra il 1347 e il 1353, anche se in seguito fu riveduta. Articolato come un dialogo immaginario in tre libri tra il poeta stesso (che si fa chiamare semplicemente Francesco) e sant'Agostino, alla presenza di una donna muta che simboleggia la Verità, il Secretum consiste in una sorta di esame di coscienza personale nel quale si affrontano temi intimi del poeta, da cui il titolo dell'opera. Come emerge però nel corso della trattazione, Francesco non si mostra mai del tutto contrito dei suoi peccati (l'accidia e l'amore carnale per Laura): al termine dell'esame egli non risulterà guarito o pentito, dando così forma a quell'irrequietezza d'animo che contraddistinse la vita del Petrarca[148].

Il De vita solitaria[modifica | modifica wikitesto]

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: De vita solitaria.

Il De vita Solitaria ("La vita solitaria") è un trattato di carattere religioso e morale. Fu elaborato nel 1346, ma venne successivamente ampliato nel 1353 e nel 1366. L'autore vi esalta la solitudine, tema caro anche all'ascetismo medioevale, ma il punto di vista con cui la osserva non è strettamente religioso: al rigore della vita monastica Petrarca contrappone l'isolamento operoso dell'intellettuale, dedito alle letture e alla scrittura in luoghi appartati e sereni, in compagnia di amici e di altri intellettuali. L'isolamento dello studioso in una cornice naturale che favorisce la concentrazione è l'unica forma di solitudine e di distacco dal mondo che Petrarca riuscì a conseguire, non considerandola in contrasto con i valori spirituali cristiani, in quanto riteneva che la saggezza contenuta nei libri, soprattutto nei testi classici, fosse in perfetta sintonia con quelli. Da questa sua posizione è derivata l'espressione di "umanesimo cristiano" di Petrarca[136].

Il De otio religioso[modifica | modifica wikitesto]

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: De otio religioso.

Redatto all'incirca tra il 1347 e il 1356/57, il De otio religioso è un'esaltazione della vita monastica, dedicata al fratello Gherardo. Simile al De vita solitaria, esalta però soprattutto la solitudine legata alle regole degli ordini religiosi, definita come la migliore condizione di vita possibile[146].

Psalmi penitentiales[modifica | modifica wikitesto]

Scritti nel 1347, Petrarca ne accenna nella Sen. X, 1 a Sagremor de Pommiers. Sono una raccolta di sette preghiere basate sul modello stilistico-linguistico dei salmi davidici della Bibbia, in cui Petrarca chiede perdono per i suoi peccati e aspira al perdono della Misericordia divina[149].

 
Foglio manoscritto riportante il De Remediis Utriusque Fortune di Francesco Petrarca, databile intorno al 1400 e conservato attualmente nella Biblioteca Nazionale Braidense, MS AD XIII 30. Attribuito al miniatore Fra Pietro da Pavia, il dipinto rappresenta le varie categorie sociali degli uomini.

Il De remediis utriusque fortunae[modifica | modifica wikitesto]

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: De remediis utriusque fortunae.

Il De remediis è una raccolta di brevi dialoghi scritti in prosa latina, redatta all'incirca tra il 1356 e il 1366, anno in cui fu diffusa. Basata sul modello del De remediis fortuitorum, trattato pseudo-senechiano composto nel Medioevo, l'opera è composta da 254 scambi di battute tra entità allegoriche: prima il "Gaudio" e la "Ragione", poi il "Dolore" e la "Ragione". Simile ai precedenti Rerum memorandarum libri, questi dialoghi hanno scopi educativi e moralistici, proponendosi di rafforzare l'individuo contro i colpi della fortuna sia buona che avversa[150]. Il De remediis riporta anche una delle più esplicite condanne della cultura trecentensca da parte del Petrarca, vista come sciocca e superflua:

(LA)

« Ut ad plenum auctorum constet integritas, quis scriptorum inscitie inertieque medebitur corrumpenti omnia miscentique? Cuius metu multa iam, ut auguror, a magnis operibus clara ingenia refrixerunt meritoque id patitur ignavissima etas hec, culine sollicita, literarum negligens et coquos examinans, non scriptores. »

(IT)

« Perché persista pienamente l'integrità degli scrittori antichi, chi tra i copisti guarirà ogni cosa dall'ignoranza, dall'inerzia, dalla rovina e dal caos? Per il timore di ciò si indebolirono, come prevedo, molti celebri ingegni dalle grandi opere, e quest'epoca indolentissima permette ciò, dedita alla culinaria, ignorante delle lettere e che valuta i cuochi, e non i copisti. »

(Petrarca, cap. 43)

Invectivarum contra medicum quendam libri IV[modifica | modifica wikitesto]

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Invectivarum contra medicum quendam libri IV.

L'occasione per la scrittura di questa serie di accuse nei confronti dei medici fu la malattia che colpì papa Clemente VI nel 1352. Nella Fam. V, 19, Petrarca consigliava al pontefice di non fidarsi dei suoi archiatri, accusati di essere dei ciarlatani dalle idee contrastanti fra di loro. Davanti alle forti rimostranze dei medici pontifici nei confronti di Petrarca, questi scrisse quattro libri di accuse, una copia dei quali fu inviata poi al Boccaccio nel 1357[151].

De sui ipsius et multorum ignorantia[modifica | modifica wikitesto]

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: De sui ipsius et multorum ignorantia.
 
Scuola fiorentina, Il Trionfo della Morte tratta da I Trionfi di Petrarca, XV secolo, miniatura, ms. Palat.192, f.22r, Biblioteca Medicea LaurenzianaFirenze.

L'opera, come ricordato prima nella sezione biografica relativa al periodo veneziano, fu scritta in seguito alle accuse di ignoranza che quattro giovani aristotelici rivolsero a Petrarca, in quanto alieno dalla terminologia e dalle questioni delle scienze naturali. In quest'apologia del pensiero umanistico, Petrarca rispose come lui fosse interessato alle scienze che interessassero il benessere dell'anima umana, e non alle discussioni tecniche e dogmatiche proprie del nominalismo della tarda scolastica[88].

Invectiva contra cuiusdam anonimi Galli calumnia[modifica | modifica wikitesto]

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Invectiva contra cuiusdam anonimi Galli calumnia.

Opera di carattere politico scritta nel 1373, l'invettiva era rivolta ad un monaco e teologo francese, Jean de Hesdin, sostenitore della necessità che la sede del Papato rimanesse ad Avignone. Per tutta risposta Petrarca sostenne la necessità che il papa ritornasse a Roma, sua sede diocesana e simbolo dell'antica gloria romana[63].

Raccolte epistolari[modifica | modifica wikitesto]

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Epistole.

Di estrema importanza sono le epistole latine. Raccolte "d'autore" delle lettere inviate da Petrarca, disposte in ordine cronologico, le epistole contribuiscono a costruire l'immagine autobiografica che il poeta stesso ha voluto offrire di sé ai posteri e quindi la sua eternizzazione. Basate sul modello ciceroniano-senecano ricavato dalla scoperta delle Epistulae ad Atticum a Verona del 1345[64], le epistole (che si dividono, a parte la Epistola posteritati che è rimasta intenzionalmente esclusa dalle raccolte epistolari, nei gruppi delle Familiares, delle Seniles, delle Sine nomine e delle Variae[152]) spaziano dagli anni bolognesi fino alla fine della vita del Petrarca[153]. Delle lettere petrarchesche, indirizzate a vari personaggi suoi contemporanei (a Ludwig van Kempen, sotto lo pseudonimo di Socrate, è dedicata la raccolta delle Familiares; a Francesco Nelli, sotto lo pseudonimo di Simonide, sono dedicate le Seniles, iniziate dopo la morte di Ludwig van Kempen nel 1361[154]) e, nel caso del XXIV libro delle Familiares, le lettere sono rivolte a vari personaggi dell'antichità. Delle Familiares, è celebre in particolar modo la Familiare IV, 1 incentrata sull'ascesa del Monte Ventoso.

Opere in volgare[modifica | modifica wikitesto]

 
Francesco PetrarcaRime, codice membranaceo ms. I 12, c. 1r. conservato al Museo Petrarchesco Piccolomineo, Trieste, risalente ai secoli fine XV, inizio XVI. Il particolare riporta il primo sonetto del Canzoniere.

Il Canzoniere[modifica | modifica wikitesto]

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Canzoniere (Petrarca).

« Voi ch’ascoltate in rime sparse il suono / di quei sospiri ond’io nudriva ’l core / in sul mio primo giovenile errore / quand’era in parte altr’uom da quel ch’i’ sono... »

(Petrarca, Voi ch'ascoltate in rime sparse il suono, prima quartina della lirica d'apertura del Canzoniere)

Il Canzoniere, il cui titolo originale è Francisci Petrarchae laureati poetae Rerum vulgarium fragmenta, è la storia poetica della vita interiore del Petrarca vicina, per introspezione e tematiche, al Secretum. La raccolta comprende 366 componimenti (365 più uno introduttivo: "Voi ch'ascoltate in rime sparse il suono"): 317 sonetti, 29 canzoni, 9 sestine, 7 ballate e 4 madrigali, divisi tra rime in vita e rime in morte di Madonna Laura [N 20], celebrata quale donna superiore, senza però raggiungere il livello della donna angelo della Beatrice dantesca. Difatti, Laura invecchia, subisce il corso del tempo, e non è portatrice di alcun attributo divino nel senso teologico stilnovista-dantesco[155]. Anzi, la storia del Canzoniere, più che la celebrazione di un amore, è il percorso di una progressiva conversione dell'anima: si passa, infatti, dal giovanil errore (l'amore terreno per Laura) ricordato nel sonetto introduttivo Voi ch'ascoltate in rime sparse, alla canzone Vergine bella, che di sol vestita in cui Petrarca affida la sua anima alla protezione di Maria perché trovi finalmente pietà e riposo[N 21].

L'opera, che richiese a Petrarca quasi quarant'anni di continue rivisitazioni stilistiche (da qui la cosiddetta limatio petrarchesca[N 22]), prima di trovare la forma definitiva subì, secondo gli studi compiuti da Wilkins, ben nove fasi di redazioni, di cui la prima risale al 1336-38, e l'ultima al 1373-74, che è quella contenuta nel codice Vaticano Latino 3195[156].

Trionfi[modifica | modifica wikitesto]

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: I Trionfi.

Trionfi (riportato nella veste latina di Triumphi) petrarcheschi sono un poemetto allegorico in terzine, realizzato durante il periodo milanese e mai portato a termine. Ambientato in una dimensione onirica e irreale (vicinissimo, per scelta metrica e tematica, è il legame con la Commedia), Petrarca viene visitato da Amore che gli mostra tutti gli uomini illustri che hanno soggiaciuto alle passioni del cuore. Annoverato tra questi ultimi, Petrarca verrà poi liberato da Laura che, simboleggiante la Pudicizia, cadrà poi per mano della Morte. Petrarca, sbigottito, scoprirà dalla stessa Laura apparsagli in sogno che si trova nella beatitudine celeste, e che lui stesso potrà contemplarla nella gloria divina, soltanto dopo che la morte lo avrà liberato dal mondo caduco in cui si ritrova[157].